venerdì 29 febbraio 2008

Banchetto ZERO VOTO a Cremona



Sabato 8 Marzo in corso Campi, Movimento Zero Cremona sarà presente con un suo banchetto per distribuire materiale informativo sulla campagna ZERO VOTO, in vista delle elezioni politiche 2008.
Sono previsti altri appuntamenti nelle principali città Lombarde, su iniziativa dei rispettivi gruppi locali.
Vi aspettiamo numerosi!

giovedì 28 febbraio 2008

Idrocarburi e non solo

Caso-Tamoil. Ieri pomeriggio in Comune si è tenuta una conferenza stampa con Arpa, Asl ed enti locali per fare il punto della situazione. I dati delle migliaia di campionamenti e analisi effettuate su 2 degli 80 ettari della zona a rischio conataminazione ritraggono una situazione decisamente preoccupante.
Cito dall'articolo de La Provincia di oggi:
" Ebbene quello che preoccupa, al di là dell'inquinamento, è la possibile esalazione dei terreni appunto delle canottieri al di là del ponte di Po. In particolare le indagini hanno chiarito che ci sono idrocarburi leggeri, mtbe (ndr. Metilterbutiletere, un additivo altottanico, ottenuto per sintesi da isobutene e metanolo), composti aromatici soprattutto nei terreni superficiali a nord, dalla canottieri Flora fino alla Bissolati, quindi una fascia ben precisa di terreno. Tuttavia l'inquinamento, hanno chiarito ieri amministratori e tecnici, non è omogeneo e tende a differenziarsi in base ai terreni che attraversa ed ai materiali che incontra. Non basta. Le ricerche dell'Arpa hanno dimostrato che 50 anni fa nei terreni dove ora sorgono le canottieri esistevano delle lanche che sono state riempite da svariati materiali (si parla pure di amianto) per costruire le società; che prima ancora esisteva il Riglio, c'era un deposito della Tamangi e c'era la Raffineria Italia; che sono state variate le anse del Po e poi con la costruzione dell'argine è venuto ad interrompersi l'andamento del Riglio. E non bisogna dimenticare che tutti scaricavano senza permesso."
La nostra terra umiliata e ferita, ancora una volta.

Tamoil: cinquant'anni di veleni

Negli ultimi due giorni, i giornali locali hanno dato grande risalto ai dati del recente rapporto Arpa, che delineano un nuovo, inquietante quadro del caso-Tamoil. La zona inquinata è decisamente estesa e si concentra prevalentemente nell'area della Canottieri Leonida Bissolati, con ventimila metri quadrati di volume contaminato, tra terreni e falda. Vi proponiamo un articolo di Massimiliano Viviani, coordinatore di Movimento Zero Cremona, che ben riassume ed illustra il quadro paradossale di questa cinquantennale storia di veleni:

Cremona è secondo la tradizione la città del torrone, del torrazzo e delle donne dal seno prosperoso. Ma a quanto pare, alle tre T tradizionali si dovrà aggiungere anche la quarta, purtroppo assai meno poetica e piacevole: la Tamoil. Questo è il nome della raffineria da quasi un chilometro quadrato costruita negli anni '50 con incredibile intelligenza e lungimiranza non solo direttamente ai bordi della città, ma addirittura a duecento metri dal Po! In una zona pericolosa per l'inquinamento del fiume - con tutte le possibili conseguenze che ne potrebbero derivare anche per l'agricoltura e per l'inquinamento dell'aria, perchè da lì spirano i venti verso il centro della città - ma soprattutto per l'inquinamento dell'acqua potabile. La raffineria non è lontana dalla falda acquifera della città. Questo è l'aspetto più inquietante, e in assoluto il problema più grave della città.Un problema facilmente intuibile dalla particolare posizione, e facilmente indagabile con esami dello stato del suolo. Invece si è dovuto aspettare il progetto della costruzione di una centrale turbogas presso la raffineria per venirne a conoscenza , perchè a quel punto non si poteva più nascondere. Ed è emerso che il terreno è gravemente inquinato fino a 20 metri di profondità. Ma c'è chi sostiene che esso sia contaminato fino a 60/70 metri, con concentrazioni di idrocarburi che vanno da 200 a 500 volte i limiti di legge (che sappiamo già essere tendenzialmente tolleranti). La municipalizzata informa che l'acqua potabile non è a rischio: i pozzi sono a 120 metri di profondità e sono a nord-est della città, mentre la raffineria si trova a sud-ovest. Ma ugualmente il rischio che le sostanze inquinanti defluiscano verso la falda rimane, perchè a seconda della morfologia del terreno, la discesa potrebbe non essere perfettamente verticale.Ad ogni modo questa non è una precisazione importante: un'area fortemente inquinata di un chilometro quadrato è una porzione immensa di territorio, non è facilmente monitorabile nè si possono prendere delle contromisure valide. Inoltre non è corretto valutare l'inquinamento di un territorio in funzione dei rischi, perchè questi quasi mai sono prevedibili; e infine, dalle conseguenze non sempre è facile risalire alle cause, e spesso non essendo certi della correlazione si finisce per lasciare tutto in sospeso a quando il bubbone scoppierà. Cremona è ai primi posti in italia per le morti per tumore, ed è difficile credere che non ci sia nessuna influenza - via aria o via terra - con la raffineria alle porte della città. Aspettare le prove significa di fatto approvare questa situazione. L'approccio deve essere diverso: non si deve inquinare nulla per principio, perchè ciò che può scaturire dall'inquinamento va oltre la nostra capacità di conoscenza, che per definizione è relativa e limitata.

Massimiliano Viviani
Coordinatore MZ Cremona

martedì 19 febbraio 2008

Il Consigliere Rusca e gli OGM

È stata recentemente presentata in Provincia una mozione del consigliere Carlo Rusca che esorta il consiglio provinciale ad abbandonare ogni forma di ostilità nei confronti degli ogm (si parla principalmente di mais, con qualche ambigua generalizzazione) e a sostenere addirittura programmi di ricerca nel settore pubblico. Nulla di nuovo, dal momento che le motivazioni addotte per giustificare un simile “cambiamento di rotta” rientrano nel solito ritrito repertorio: mancati aumenti nella produzione, la lotta alla fame nel mondo (sorprendente notare quanti filantropi si nascondano tra le fila dei fautori dell’ogm), l’attuale assenza di riscontri epidemiologici che dimostrino la nocività delle nuove colture gm, la strumentale “stoccata” alle lobby dei fitofarmaci, il parere favorevole di società scientifiche e di scienziati, tra i quali Rusca ha la premura di citare persino Umberto Veronesi (si, esatto… lo stesso che qualche settimana fa dichiarava sfacciatamente in televisione che non esiste correlazione tra gli inceneritori e i tumori). Certo Rusca, nel suo appassionato sproloquio scientista e progressista, sparpaglia confusamente sul tavolo molti argomenti, cui vedrò puntualmente di rispondere. Innanzitutto non è vero, come lascia intendere il Consigliere, che l’adozione diffusa di colture ogm scongiurerebbe l’utilizzo dei nocivi antiparassitari: questo perché è stato dimostrato che ANCHE le colture ogm sono soggette all’attacco di parassiti. In particolare, un recente studio di un gruppo di ricercatori dell’Università dell’Arizona ha documentato l’esistenza di un insetto, il lepidottero Helicoverpa Zea, in grado di intaccare le coltivazioni transgeniche. La possibilità che i parassiti sviluppino una resistenza agli effetti della tossina Bt (Bacillus thuringiensis, presente nelle piante ogm in forma sintetica), è dovuta al fatto che la costante esposizione alle tossine favorisce la sopravvivenza di insetti nocivi che sviluppano immunità genetica. La variante sintetica del Bt risulterebbe inoltre molto meno selettiva di quella naturale, eliminando anche molti utili insetti predatori. Per quanto riguarda la produttività va inoltre detto che le colture ogm non hanno mai dimostrato di portare i benefici promessi.
Rusca prosegue argomentando con un cavallo di battaglia dei fautori dell’ogm: il loro “prezioso” contributo nella lotta alla fame nel mondo. Chi impugna tale argomento solitamente lo fa per pura speculazione demagogica, dato che al momento attuale, dopo decenni di applicazione, non esiste alcuna coltura gm in grado di rispondere efficacemente a questa sfida ( si pensi alla “bufala” del golden rice e a tutto il suo corollario di vergognose speculazioni). Recenti ricerche in India hanno inoltre dimostrato che riforme agrarie e migliori sistemi di irrigazione possono incrementare le produzioni agricole fino al 50% mentre le previsioni di incremento dei raccolti per effetto di sementi gm nel breve periodo è solo del 10% . Inoltre, parlando di ogm vanno considerati i problemi legati al costo di queste sementi, al loro ciclo e alla dipendenza degli agricoltori locali nei confronti delle ditte sementiere.
Altra confutabile affermazione di Rusca, la cito testualmente: “gli americani, e non solo loro, da anni si nutrono di ogm, esportandone anche in tutto il mondo ed ormai è dimostrato che sono sicuri” . Il Consigliere evidentemente, si riferisce a garanzie di sicurezza alimentare che, dopo vent’anni di sperimentazioni (sulla pelle dei cittadini), ancora non abbiamo. Esistono invece numerose prove che dimostrano il contrario, documentate da studi nonchè da eclatanti fatti di cronaca (dal lievito ultratossico all’integratore killer a base ogm, dalla soia ritardante lo sviluppo alle patate cancerogene, fino ai molti casi di intossicazione causati dal mais Starlink). Strillare “non è ancora morto nessuno” (che è falso!) non costituisce oltretutto una prova scientifica. Un altro problema collegato sono le allergie: gli alimenti ogm possono infatti contenere segmenti di genoma che possono risultare (e sono risultati letali) a persone sofferenti di allergie. Esiste inoltre la possibilità di insorgenza di nuove allergie.
Per finire, mi preme far notare come il consigliere Rusca abbia diligentemente evitato di menzionare le problematiche, introdotte dalle coltivazioni ogm, legate al bioinquinamento e alla perdita della biodiversità. A questo proposito c’è chi avanza l’ipotesi, non infondata, che le piante gm potrebbero prendere il sopravvento su tutte le altre, sostituendosi a tutte le varietà locali grazie alla loro maggiore resistenza ai parassiti e ai diserbanti. Altra plausibile prospettiva è che queste nuove colture possano andare incontro a un’impollinazione incrociata con altre piante e dare luogo a conseguenze “imprevedibili”, come ad esempio la creazione di ibridi super-infestanti immuni agli erbicidi. Il rischio principale resta naturalmente quello di un trasferimento genetico orizzontale, aumentato dall'instabilità del DNA transgenico.
Ben sapendo che qualche pragmatico progressista scoppierà a ridere leggendo queste mie ultime righe, vorrei concludere sostenendo che bisogna avere il coraggio di dire NO agli ogm, non solo per salutismo o convenienza, ma anche e soprattutto PER PRINCIPIO. L’idea che si possa arrivare a manipolare, plagiare la natura fin nella sua intima essenza, arrivando a desacralizzarla anche nella sua dimensione germinale, è un atto di sfrontata disumanità che testimonia l’ubris, il delirio di onnipotenza, di una scienza oramai in piena deriva morale. Gli scienziati che vogliono trasformare il mondo intero in materia inerte da sezionare ed analizzare sono i nuovi sacerdoti del modernità, il clero del cinico disincanto che uccide ogni valore umano e spirituale. Stiamo allegramente danzando sull’orlo di un abisso e sembra che in pochi se ne accorgano. Vorrei sbagliarmi, ma quasi penserei che Rusca voglia darci una spintarella.

lunedì 11 febbraio 2008

Appello per la difesa dei Parchi Lombardi

Brutte notizie. In sede Commissione territorio della Regione Lombardia è stato ripresentato dalla Giunta Regionale un emendamento alla legge 12/05 (art.13) mirato a facilitare l’azione dei Comuni intenzionati a proporre espansioni insediative all’interno dei perimetri dei parchi regionali. Ancora una volta la Regione Lombardia prova a farci passare sotto il naso un vergognoso emendamento già avanzato prima di Natale (e poi ritirato) che consentirebbe di edificare nei parchi regionali con un iter semplificato. Inutile sottolineare che l'approvazione di un simile emendamento spalancherebbe le porte ad ogni genere di bieca speculazione ai danni del nostro patrimonio ambientale.
Bisogna sottoscrivere numerosi un appello per la difesa dei nostri parchi e in tempi brevissimi, perchè l'emendamento verrà discusso in commissione mercoledì 13 e, incassato il parere positivo, votato subito dopo dal Consiglio Regionale lombardo.
Invito pertanto tutti i visitatori del nostro blog a collegarsi al sito www.piccolaterra.it della Associazione "La Rondine", dove è possibile aderire alla raccolta firme.
Promotori dell'iniziativa sono l' Associazione per il Parco sud Milano, gli Amici di Beppe Grillo Pavia, l'Associazione "La Rondine", i Comitati contro la Broni Mortara, Italia Nostra Pavia, Legambiente provinciale Pavia, WWF Oltrepo Pavese.
Chi può provveda a pubblicizzare questa iniziativa, facendo firmare a parenti e amici.

venerdì 1 febbraio 2008

Una nuova discarica?

Dopo l' estate avvelenata che ha visto protagonista la raffineria Tamoil di Cremona e mentre imperversa la polemica contro l'ampliamento della discarica di Malagnino, una nuova minaccia per l'integrità del nostro territorio si profila all'orizzonte: si parla niente meno che di un sito di stoccaggio per manufatti in cemento-amianto (dal volume complessivo di 650mila metri cubi!), progetto da tempo avanzato dalla ditta Cave Nord nel territorio comunale di Cappella Cantone.
Il nuovo sito sorgerà a poco più di un kilometro di distanza dalla discarica RSU di Corte Madama (Castelleone), ma, in prima analisi, la vicinanza tra i due impianti di stoccaggio non è stata valutata come controindicazione alla sua realizzazione. Ciò, è bene precisarlo, va contro le norme del Piano Rifiuti Provinciale che vietano espressamente la costruzione di discariche in prossimità l'una dell'altra.
Il 30 gennaio, in Regione, il progetto è stato presentato dai delegati della Cave Nord ai soggetti coinvolti, raccogliendo l'unanime contrarietà dei sindaci di Cappella Cantone, San Bassano, dell'assessore all'ambiente di Soresina e del delegato dell'ufficio tecnico della Provincia.
La decisione ultima, ora, spetta ai responsabili della Regione, i quali hanno già annunciato che il loro giudizio non sarà influenzato nè dalle proteste di eventuali comitati locali nè dalle rimostranze dei cittadini.
Parole chiare e scontate, che contribuiscono ad incupire l'attesa per questa imminente sentenza di vita o di morte, calata dal balcone di interessi verticistici quanto mai lontani dal territorio e dai suoi abitanti.
La storia si ripete.