giovedì 15 maggio 2008

Nucleare: ecco cosa ci aspetta




Mentre in questi giorni si inseguono voci preoccupanti (va detto, ogni volta prontamente smentite dal vigile sindaco del paese) circa una possibile, futura riapertura della centrale nucleare di Caorso, MZ Cremona propone un interessante articolo di Marco Ghisolfi sui rischi sanitari, evidenziati da un recente studio dell'Università di Meinz, legati all'attività degli impianti nucleari.


Forse ancora ebbri per i festeggiamenti infiniti del 25 aprile, pochi ricordano cosa successe, il giorno successivo, esattamente 22 anni fa: il più grande incidente nucleare della storia. Infatti il 26 aprile 1986 , durante un esperimento, gli operatori della centrale di Chernobyl persero il controllo del reattore che esplose emettendo una quantità gigantesca di riadioattività che nei giorni immediatamente successivi al disastro contaminò mezza Europa. In Italia lo spavento fu tale che grazie ad un referendum fu vietata la custruzione di nuove centrali nucleari sul suolo italiano. Passata la paura, sembra che oggi la lobby nucleare stia rialzando la testa. Innanzitutto i rappresentanti del nuovo governo non hanno escluso investimenti e ricerca in questo settore energetico. Per fare due sempi concreti che illustrino la situazione, la Edison, il 13 marzo, ha pubblicizzato un prorprio studio che prevede la costruziuone di 5 o 10 centrali nucleari entro il 2019, poi è stata fatta circolare una mappa di 10 siti ritenuti adatti ad ospitarle; infine la A2A milanese-bresciana ha comunicato di aver affidato a 5 università milanesi una studio che
suggerisca al governo modi e tempi per il ritorno dell'Italia al nucleare. Mentre i media italiani affilano le armi per un prossimo dibattito filonucleare, ecco che dalla Germania giunge nel più completo silenzio uno studio dell'Università di Meinz, pubblicato lo scorso dicembre sullo "European Journal of Cancer", che dimostra che i bambini che vivono in un raggio di 5 km da un impianto nucleare corrono un rischio più elevato di contrarre precoci e gravissime forme di cancro. I ricercatori di Meinz si sono concentrati, in particolare, sull'area attigua alla centrale nucleare di Krummel, dove è stato rilevato un eccezionale incremento delle leucemie, tanto infantili, quanto negli adulti. Uno studio applicato anche a tutte le altre 16 centrali atomiche tedesche e che ha dato i medesimi risultati ( incidenza di leucemia: 37 casi su 16 attesi).
Di fronte a questi risultati è confermato ancora una volta che anche le basse dosi di radiazioni che fuoriescono dagli impianti nucleari durante il loro normale funzionamento sono comunque percolose e nocive. Mentre sono incontestati i danni alla salute umana provocati da un incidente in una centrale nucleare, il normale esercizio di un impianto nucleare è considerarato innocuo. Un mito da sfatare, aspettando che anche in Italia venga aperto un dossier sulle conseguenze delle "basse dosi di radiazioni". Si profila una nuova battaglia anti-nucleare. Non facciamoci trovare impreparati.

Marco Ghisolfi