martedì 19 febbraio 2008

Il Consigliere Rusca e gli OGM

È stata recentemente presentata in Provincia una mozione del consigliere Carlo Rusca che esorta il consiglio provinciale ad abbandonare ogni forma di ostilità nei confronti degli ogm (si parla principalmente di mais, con qualche ambigua generalizzazione) e a sostenere addirittura programmi di ricerca nel settore pubblico. Nulla di nuovo, dal momento che le motivazioni addotte per giustificare un simile “cambiamento di rotta” rientrano nel solito ritrito repertorio: mancati aumenti nella produzione, la lotta alla fame nel mondo (sorprendente notare quanti filantropi si nascondano tra le fila dei fautori dell’ogm), l’attuale assenza di riscontri epidemiologici che dimostrino la nocività delle nuove colture gm, la strumentale “stoccata” alle lobby dei fitofarmaci, il parere favorevole di società scientifiche e di scienziati, tra i quali Rusca ha la premura di citare persino Umberto Veronesi (si, esatto… lo stesso che qualche settimana fa dichiarava sfacciatamente in televisione che non esiste correlazione tra gli inceneritori e i tumori). Certo Rusca, nel suo appassionato sproloquio scientista e progressista, sparpaglia confusamente sul tavolo molti argomenti, cui vedrò puntualmente di rispondere. Innanzitutto non è vero, come lascia intendere il Consigliere, che l’adozione diffusa di colture ogm scongiurerebbe l’utilizzo dei nocivi antiparassitari: questo perché è stato dimostrato che ANCHE le colture ogm sono soggette all’attacco di parassiti. In particolare, un recente studio di un gruppo di ricercatori dell’Università dell’Arizona ha documentato l’esistenza di un insetto, il lepidottero Helicoverpa Zea, in grado di intaccare le coltivazioni transgeniche. La possibilità che i parassiti sviluppino una resistenza agli effetti della tossina Bt (Bacillus thuringiensis, presente nelle piante ogm in forma sintetica), è dovuta al fatto che la costante esposizione alle tossine favorisce la sopravvivenza di insetti nocivi che sviluppano immunità genetica. La variante sintetica del Bt risulterebbe inoltre molto meno selettiva di quella naturale, eliminando anche molti utili insetti predatori. Per quanto riguarda la produttività va inoltre detto che le colture ogm non hanno mai dimostrato di portare i benefici promessi.
Rusca prosegue argomentando con un cavallo di battaglia dei fautori dell’ogm: il loro “prezioso” contributo nella lotta alla fame nel mondo. Chi impugna tale argomento solitamente lo fa per pura speculazione demagogica, dato che al momento attuale, dopo decenni di applicazione, non esiste alcuna coltura gm in grado di rispondere efficacemente a questa sfida ( si pensi alla “bufala” del golden rice e a tutto il suo corollario di vergognose speculazioni). Recenti ricerche in India hanno inoltre dimostrato che riforme agrarie e migliori sistemi di irrigazione possono incrementare le produzioni agricole fino al 50% mentre le previsioni di incremento dei raccolti per effetto di sementi gm nel breve periodo è solo del 10% . Inoltre, parlando di ogm vanno considerati i problemi legati al costo di queste sementi, al loro ciclo e alla dipendenza degli agricoltori locali nei confronti delle ditte sementiere.
Altra confutabile affermazione di Rusca, la cito testualmente: “gli americani, e non solo loro, da anni si nutrono di ogm, esportandone anche in tutto il mondo ed ormai è dimostrato che sono sicuri” . Il Consigliere evidentemente, si riferisce a garanzie di sicurezza alimentare che, dopo vent’anni di sperimentazioni (sulla pelle dei cittadini), ancora non abbiamo. Esistono invece numerose prove che dimostrano il contrario, documentate da studi nonchè da eclatanti fatti di cronaca (dal lievito ultratossico all’integratore killer a base ogm, dalla soia ritardante lo sviluppo alle patate cancerogene, fino ai molti casi di intossicazione causati dal mais Starlink). Strillare “non è ancora morto nessuno” (che è falso!) non costituisce oltretutto una prova scientifica. Un altro problema collegato sono le allergie: gli alimenti ogm possono infatti contenere segmenti di genoma che possono risultare (e sono risultati letali) a persone sofferenti di allergie. Esiste inoltre la possibilità di insorgenza di nuove allergie.
Per finire, mi preme far notare come il consigliere Rusca abbia diligentemente evitato di menzionare le problematiche, introdotte dalle coltivazioni ogm, legate al bioinquinamento e alla perdita della biodiversità. A questo proposito c’è chi avanza l’ipotesi, non infondata, che le piante gm potrebbero prendere il sopravvento su tutte le altre, sostituendosi a tutte le varietà locali grazie alla loro maggiore resistenza ai parassiti e ai diserbanti. Altra plausibile prospettiva è che queste nuove colture possano andare incontro a un’impollinazione incrociata con altre piante e dare luogo a conseguenze “imprevedibili”, come ad esempio la creazione di ibridi super-infestanti immuni agli erbicidi. Il rischio principale resta naturalmente quello di un trasferimento genetico orizzontale, aumentato dall'instabilità del DNA transgenico.
Ben sapendo che qualche pragmatico progressista scoppierà a ridere leggendo queste mie ultime righe, vorrei concludere sostenendo che bisogna avere il coraggio di dire NO agli ogm, non solo per salutismo o convenienza, ma anche e soprattutto PER PRINCIPIO. L’idea che si possa arrivare a manipolare, plagiare la natura fin nella sua intima essenza, arrivando a desacralizzarla anche nella sua dimensione germinale, è un atto di sfrontata disumanità che testimonia l’ubris, il delirio di onnipotenza, di una scienza oramai in piena deriva morale. Gli scienziati che vogliono trasformare il mondo intero in materia inerte da sezionare ed analizzare sono i nuovi sacerdoti del modernità, il clero del cinico disincanto che uccide ogni valore umano e spirituale. Stiamo allegramente danzando sull’orlo di un abisso e sembra che in pochi se ne accorgano. Vorrei sbagliarmi, ma quasi penserei che Rusca voglia darci una spintarella.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Oddio speriamo che questo non accada! Cmq proprio oggi studiando diritto dell'ambiente ho letto che in una delle prime conferenze (Rio, 1992) in materia di tutela ambientale si sono "preoccupati" di dividere le responsabilità: per i paesi sviluppati la causa dei problemi ambientali sarebbe l'industrializzazione, per i paesi in via di sviluppo sarebbe la povertà e quindi per risolvere i problemi ambientali bisognerebbe debellarla...ma che vuol dire??? Da sempre con la scusa di combattere la povertà si fanno le cose più aberranti, quindi anche questa di usare gli ogm per la fame nel mondo non mi meraviglia...
Bah!
Cri