mercoledì 16 aprile 2008

Ce lo meritiamo




Consumata l’ultima truffa elettorale, il dato che più sorprende è che l’affluenza alle urne ha subito una leggera flessione rispetto alla precedente consultazione. Il 13 e 14 aprile ha infatti votato l’80,4% dei cittadini, cioè il 3,2% in meno rispetto al 2006. "Una percentuale alta di votanti", ha pontificato l'ormai ex ministro dell'interno Giuliano Amato. Un calo c'è stato dei votanti, ma insignificante, non certo drammatico come si temeva alla vigilia.
L’ondata di astensionismo che avrebbe dovuto travolgere tutto e tutti si è rivelata un allarme evidentemente infondato, che non ha mosso una foglia. Un'occasione fallita. Ancora una volta ha trionfato la pigrizia e la passività nel non volere dare un segnale forte in favore del cambiamento. Gli italiani hanno voluto ridare fiducia in massa alle solite facce, alle solite squallide figure che li hanno ridotti con le pezze al culo. Il grido d’indignazione che avrebbe dovuto assordare le orecchie dei nostri “rappresentanti” non si è sentito. Tutti conoscono il marciume che infesta la politica e la crisi strutturale della cosiddetta democrazia rappresentativa, ma come se niente fosse tutti questi falsi indignati legittimano ancora una volta questo stato di cose con il loro voto-farsa. Un popolo di servi che critica il sistema , ma poi quando ha l’occasione non ha il coraggio di opporvisi. C’è una mentalità diffusa, purtroppo dominante, che considera il rito del voto come il punto di massima libertà e partecipazione per un paese democratico, e addita i pochi astensionisti come un manipolo di reietti ed eversori costituzionali. Una mentalità che sempre trionfa.
Non sono i Veltroni o i Berlusconi che possono cambiare le cose. Da abbattere c’è l’intero sistema, marcio fino al midollo, non semplicemente raddrizzare qualche stortura con una continua rotazione dei soliti noti. Per il momento non possiamo che tenerceli e vediamo se tutto sommato qualche favore o briciola di benessere ce la danno.
Agli italiani questo basta e avanza.

Marco Ghisolfi

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